Non c'è posto al mondo che io ami più della cucina. Non importa dove si trova, com'è fatta: purché sia una cucina, un posto dove si fa da mangiare, io sto bene. Con un frigo enorme pieno di provviste che basterebbero tranquillamente per un intero invero, al cui grande sportello metallico potermi appoggiare. Siamo rimaste solo io e la cucina. Mi sembra un po' meglio che pensare che sono rimasta proprio sola. Banana Yoshimoto

venerdì 21 giugno 2013

A Fràgil Doçura do Bolo de Limao



«A dirla tutta: il pezzetto che avevo mangiato era squisito. Leggerezza dell’impasto al limone cotto al forno, avviluppato da freschi riccioli di zucchero scuro scuro.Ma il giorno fuori andava rabbuiandosi, e mentre finivo quel primo assaggio, mentre quella prima impressione svaniva, mi sentii dentro un’impercettibile mutamento, una reazione inaspettata. Come se un sensore, fino ad allora sepolto in profondità dentro di me, allargasse il suo raggio d’azione e cominciasse a scrutare tutt’attorno, allertando la mia bocca a qualcosa di nuovo. Perché la bontà degli ingredienti – la cioccolata sopraffina, i limoni freschissimi – sembrava una coltre sopra qualcosa di più grande e di più oscuro, e il sapore di quello che c’era sotto cominciava ad affiorare nel boccone. Certo, riuscivo ad assaporare la cioccolata, ma a folate e di traccia in traccia, in un dispiegarsi o in un aprirsi, sembrava che la mia bocca si stesse anche riempiendo con il sapore della piccolezza, la sensazione del rattrappirsi, dell’inquietudine, assaporando una distanza che non so come sapevo collegata a mia madre, come se sentissi un sapore pregno dei suoi pensieri, una spirale, come se quasi potessi provare il sapore della tensione della sua mascella che le aveva provocato il mal di testa, il che significava che aveva dovuto prendere un certo numero di aspirine, una riga punteggiata di aspirine messe in fila sul comodino, come puntini di sospensione dopo la sua frase: vado a buttarmi sul letto per un po’…»
 L'inconfondibile tristezza della torta al limone - Aimee Bender 




  INGREDIENTI

3 uova 
150 g di zucchero 
100 g di burro con sale
(avevo questo in frigo)
150 g di farina
50 g di maizena 

1 bustina di lievito in polvere
1 bustina di vanillina
scorza di un limone grande

zucchero a velo


PREPARAZIONE

Rompete le uova e sbattetele con lo zucchero finché non saranno spumose. Aggiungete il burro ammorbidito (se vi ricordate di toglierlo dal frigo una decina di minuti prima). E infine incorporate la farina.

Quando  non ci saranno più grumi unite al composto il lievito, la fecola, la vanillina e la scorza del limone. Mescolate delicatamente finché l'impasto non risulterà omogeneo.

Rivestite una tortiera (la mia era rettangolare 15x30ca) con la carta da forno e versateci la torta. Infornate a 180°C per una quarantina di minuti.

Prima di servirla lasciatela raffreddare e spolverate con zucchero a velo.

5 commenti:

  1. Son buonisismi i dolci al limone.. io metto anche succo nell'impasto.. adoro quel gusto agrumato! Buonissima la tua torta :-) Buona domenica

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  2. Ma che buona questa torta, una bella idea anti caldo (anche se non è ancora arrivato, presto busserà alle nostre porte), magari servita con un bicchiere di limonata bella fresca o un tè freddo al limone :)
    Buona domenica

    RispondiElimina
  3. buonissima la tua torta,mi fa sentire in estate....arriverà mai?

    RispondiElimina
  4. Ciao, deliziosa torta la inserisco nel contest.
    grazie per aver partecipato
    vale

    RispondiElimina

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Quotes

L'alta cucina non è una cosa per i pavidi: bisogna avere immaginazione, essere temerari, tentare l'impossibile e non permettere a nessuno di porvi dei limiti solo perché siete quello che siete, il vostro unico limite sia il vostro cuore. Quello che dico sempre è vero: chiunque può cucinare, ma solo gli intrepidi possono diventare dei grandi.
Emile, ci troviamo di fronte a possibilità inesplorate, dobbiamo cucinarlo!
Il cibo trova sempre coloro che amano cucinare!
Ratatouille

Non dire cos'è finché non l'hai assaggiato.
E ricorda: la ricetta è solo l'ipotesi
Leggi di Murphy sulla cucina

Lo sai perché mi piace cucinare? Perché dopo una giornata in cui niente è sicuro, una torna a casa e sa con certezza che aggiungendo al cioccolato rossi d'uovo, zucchero e latte l'impasto si addensa: è un tale conforto!
Julie and Julia

La cucina è una bricconcella; spesso e volentieri fa disperare, ma dà anche piacere, perché quelle volte che riuscite o che avete superata una difficoltà, provate compiacimento e cantate vittoria.
Pellegrino Artusi

Non c'è posto al mondo che io ami più della cucina. Non importa dove si trova, com'è fatta: purché sia una cucina, un posto dove si fa da mangiare, io sto bene. Se possibile le preferisco funzionali e vissute. Magari con tantissimi strofinacci asciutti e puliti e le piastrelle bianche che scintillano.
Anche le cucine incredibilmente sporche mi piacciono da morire. Mi piacciono col pavimento disseminato di pezzettini di verdura, così sporche che la suola delle pantofole diventa subito nera, e grandi, di una grandezza esagerata. Con un frigo enorme pieno di provviste che basterebbero tranquillamente per un intero invero, al cui grande sportello metallico potermi appoggiare. E se per caso alzo gli occhi dal fornello schizzato di grasso o dai coltelli un po' arrugginiti, fuori le stelle che splendono tristi.
Siamo rimaste solo io e la cucina. Mi sembra un po' meglio che pensare che sono rimasta proprio sola.
Banana Yoshimoto

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