Non c'è posto al mondo che io ami più della cucina. Non importa dove si trova, com'è fatta: purché sia una cucina, un posto dove si fa da mangiare, io sto bene. Con un frigo enorme pieno di provviste che basterebbero tranquillamente per un intero invero, al cui grande sportello metallico potermi appoggiare. Siamo rimaste solo io e la cucina. Mi sembra un po' meglio che pensare che sono rimasta proprio sola. Banana Yoshimoto

mercoledì 31 ottobre 2012

Horror Happy Hour: Alghe e Insetti a Tavola



Quest'anno a Genova tra gli eventi proposti dal Festival della Scienza si poteva degustare un insolito aperitivo. Il Museo delle Scienze di Trento ha curato questo caffè scientifico a base di alghe e insetti con l'intento di creare un dialogo tra ricercatori e pubblico riguardo un futuro alimentare diverso dal nostro. Ma alghe e insetti sono realmente così lontani dalla nostra cultura culinaria? L'entomologo ha chiesto agli spettatori, curiosi e numerosi, se erano soliti mangiare gamberetti e/o lumache definendo queste ultime “spugne piene di saliva” e spiegando che i crostacei sono morfologicamente molto simili agli insetti.


Prima di poter assaggiare qualche prelibatezza sono stati elencati i motivi per cui gli insetti e le alghe potrebbero essere, in un futuro prossimo, una costante nella nostra alimentazione. Esistono circa 1700 insetti edibili e si possono trovare in qualunque stagione dell'anno, sono puliti ed è facile controllare le condizioni di sanità in un allevamento. La FAO consiglia a un essere umano di 70 kg di assumere 35g di proteine al giorno e 100g di insetti (come le cavallette) ne forniscono 20g. Oltre alle proteine contengono vitamine, sali minerali, acidi grassi insaturi (i famosi omega 3 e omega 6) e alcuni posseggono un esoscheletro composto di chitina la quale viene metabolizzata in chitosano, ottimo contro il colesterolo. Le alghe non sono da meno: hanno pochi grassi, ma sono ricche di sali minerali, di oligoelementi, di vitamine e di amminoacidi; inoltre in alcune specie sono presenti alginati che rivestendo l'interno dello stomaco aiutano a prevenire disturbi di acidità e fastidi. 

Detto questo hanno servito un'insalata di Wakame (Undaria Pinnatifida) coltivata in Francia lungo le coste bretoni. Era condita con olio, sale e limone e personalmente l'ho trovata un po' viscida. Devo dire che io non amo particolarmente nemmeno la comune insalata: ho la sensazione di mangiare carta. Gli altri spettatori hanno invece apprezzato e assaggiato senza indugi, diversamente è avvenuto per le camole. Le camole del miele (Galleria Mellonella) sono state servite dopo essere state fritte. La falena depone le uova negli alveari e, una volta schiuse, le larve divorano la struttura cerosa dell'alveare, le larve delle api e il miele, grazie al quale la loro carne assume un sapore dolciastro. Dopo i primi tentennamenti praticamente tutti ne hanno assaggiata una. La consistenza è morbida tipo gamberetto, ad un primo assaggio non mi sembrava che avesse un particolare gusto, successivamente ho sentito e apprezzato la dolcezza. Avrei voluto mangiarle come se fossero caramelle. 


Ovviamente non tutti gli insetti ne tutte le alghe si possono mangiare, recentemente è uscito il caso di qualcuno che ha fatto una scorpacciata di scarafaggi e poi è morto. A nessuno di noi (forse) verrebbe in mente di mangiarsi tonnellate di carne per di più di topo. Allo stesso modo bisogna fare attenzione alle alghe con tossine nocive per l'uomo.

Dopo un paio di domande da parte di un pubblico interessato, una seconda degustazione ha creato un notevole brusio: grilli (Acheta Domesticus) e sushi. Sushi? Sì, perché ciò che tiene insieme le varie rondelle di sushi è un'alga: l'alga Nori (Porphyra Umbilicalis). Il sushi e quindi l'alga è stato mangiato senza alcun problema, il grillo no. Qualcuno non ha osato o non è riuscito a mettersi in bocca un grillo fritto e sentirlo scrocchiare sotto ai denti. Io ne ho mangiati un paio ed è stato strano: oltre a un consistenza particolare, ha un inaspettato sapore di tonno. Il grillo ha forse un gusto e un sapore molto più vicino a quelli riscontrabili nei nostri piatti, ma io ho preferito le camole.
Il Museo delle Scienze di Trento ci ha lasciato delle schede con alcune ricette:
  • Supréme di larve
  • Finocchi, puntarelle e wakame
  • Frittelle di grilli
  • Nori affogate al vino rosso
Basta fare una ricerca su internet per poterne trovare altre e perché no, recuperare degli insetti in qualche allevamento, e proporle a qualche ospite. Detto questo probabilmente nessuno verrà più a cena da me, ma non sa cosa si perde. Provate gli insetti. Superata l'idea di ribrezzo scoprirete un nuovo mondo. Grazie al Festival della Scienza posso depennare dalla lista di cose da fare la voce 'mangiare insetti'. Se ricapiterà l'occasione spero di poter assaggiare altre specie: il prossimo passo saranno le cavallette o le formiche al miele. E voi, cosa aspettate?  

Credits:
Foto di Simone 

1 commenti:

  1. Ero presente a questo prelibato aperitivo e sono rimasto sorpreso sia dalle quantità di sostanze nutritive presente nei diversi insetti mangiati sia dal gusto degli stess. Seconde le mie papille gustative le camole assomigliavano come sapore alle noccioline mentre i grilli si potevo accostare alla pancetta. Le alghe non sono piaciute neanche a me... insapori e abbastanza gommose. Se cucinerai insetti e non alghe verrò sicuro a cena..
    Federico

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L'alta cucina non è una cosa per i pavidi: bisogna avere immaginazione, essere temerari, tentare l'impossibile e non permettere a nessuno di porvi dei limiti solo perché siete quello che siete, il vostro unico limite sia il vostro cuore. Quello che dico sempre è vero: chiunque può cucinare, ma solo gli intrepidi possono diventare dei grandi.
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Non dire cos'è finché non l'hai assaggiato.
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Pellegrino Artusi

Non c'è posto al mondo che io ami più della cucina. Non importa dove si trova, com'è fatta: purché sia una cucina, un posto dove si fa da mangiare, io sto bene. Se possibile le preferisco funzionali e vissute. Magari con tantissimi strofinacci asciutti e puliti e le piastrelle bianche che scintillano.
Anche le cucine incredibilmente sporche mi piacciono da morire. Mi piacciono col pavimento disseminato di pezzettini di verdura, così sporche che la suola delle pantofole diventa subito nera, e grandi, di una grandezza esagerata. Con un frigo enorme pieno di provviste che basterebbero tranquillamente per un intero invero, al cui grande sportello metallico potermi appoggiare. E se per caso alzo gli occhi dal fornello schizzato di grasso o dai coltelli un po' arrugginiti, fuori le stelle che splendono tristi.
Siamo rimaste solo io e la cucina. Mi sembra un po' meglio che pensare che sono rimasta proprio sola.
Banana Yoshimoto

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